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Chiese e Castelli da sogno Montalcino

Chiese e Castelli da sogno

DETTAGLI TECNICI

Lunghezza del percorso: 36,4 km

Tipologia del fondo: Misto Asfalto/sterrato

Difficoltà: Medio-bassa

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Il percorso proposto risulta di tipo circolare con alcune visite che necessitano momentanee deviazioni. Si può, qindi nel caso di percorso in bici, partcheggiare vicino al punto di partenza, l'incrocio viario sopra la Fortezza di Montalcino. Da qui si gira subito verso Sant'Antimo per la strada che porta al Monte Amiata. La prima sosta si verifica dopo solo 2 km per ammirate il complesso architettonico "Il Greppo" composto da vari edifici costruiti in epoche diverse. Da notare una cappella con un bel portale coronato da una cornice in laterizio, come La sovrastante lunetta e le modanature che sostengono il timpano. Fu costruita nel 1720 su commissione di Tullio Canali autore di una famosa "Storia di Montalcino". Dopo altri 5 Km si devia a sinistra per una strada sterrata e, dopo circa 100 m a destra per raggiungere "Il Palazzo",edificio risalente al XIII secolo. Nel passato il complesso è stato usato come frateria collegata all'Abbazia di S.Antimo. La casa torre con basamento a scarpa mostra, nella parte alta, alcune feritoie ed è costituita da due edifici con al centro il cortile. Tornando sulla strada asfaltata si pregue a sinistra per arrivare, poco dopo a Castelnuovo dell'Abate. Lasciato il paese si prosegue a sinistra per Monte Amiata e dopo 1,5 km si imbocca, sulla destra, una strada sterrata che porta al Castello La Velona. II Castello venne costruito su un poggio da cui si domina la sottostante valle dell'Orcia. Le notizie storiche sull'antico fortilizio sono alquanto scarse. Si sa che nel 1208 La Velona era compresa tra le comunità del territorio ilcinese che dovevano versare a a Siena una regolare tassa. Nel 1402 fu acquistato dalla famiglia Accarigi. Occupato dai fiorentini, divenne un importante baluardo nella guerra contro i Signori di Siena. Due anni dopo, il fortilizio venne riconquistato dalla Repubblica di Siena e da questo momento La Velona entrò a far parte dei tanti presidi militari che, sotto il dominio senese, garantivano la sorveglianza del territorio. Le sole due torri, una merlata a l'altra coperta con tetto, sono collegate tra di loro tramite delle costruzioni più basse, che fungono da cinta muraria. Visitata La Velona, si ritorna indietro a Castelnuovo dell'Abate per proseguire verso l'Abbazia di S.Antimo. L'Abbazia sorge nella solitaria Valle Starcia ed è uno dei monumenti più belli di stile romanico cistercense, con evidenti richiami ai modelli lombardi. Lasciando S.Antimo per tornare al borgo di Castelnuovo dell'Abate che sorge su una collina costeggiata dal fiume Orcia. Sembra che i monaci dell'Abbazia di S.Antimo l'abbiano ricostruito sulle rovine di un precedente insediamento romano. Tutto ciò sarebbe confermato dal ritrovamento in loco di cospicuo materiale archeologico, costituito da lapidi sepolcrali e frammenti di epoca romana. Dopo una lunga signoria degli Abati di S.Antimo, nel 1265 passò alla repubblica di Siena, che nel 1360 lo cinse di mura. Oggi delle mura rimane ben poco, salvo è la porta d'ingresso al paese. Al centro dell'abitato,nella Piazza Nuova, troviamo il Palazzo Piccolomini, realizzato in stile rinascimentale. Poco più avanti, vediamo l'elegante Palazzo del Vescovo Bellanti costruito nel tardo rinascimento, completamente in mattoni. Di fronte ai due palazzi, si trova la chiesa parrocchiale dei SS.Filippo e Giacomo, caratterizzata da alcuni elementi in stile romanico. Da non trascurare, infine,lo stupendo e vasto panorama della Maremma e del monte Amiata che si gode percorrendo la circonvallazione dell'abitato. Al termine della circonvallazione, si prosegue a sinistra per la strada che porta a Sant'Angelo in Colle che, dopo un breve tratto di asfalto, diviene sterrata. Dopo circa 1 km si sale sulla destraper raggiungere il podere Mulinello risalente al XVIII secolo. La costruzione è composta da edifici a semicerchio al cui centro si trova il cortile a cui si accede da un'unica apertura ad arco. Percorso un altro chilometro troviamo la località "Sesta" dove sono state trovate tracce di insediamenti di epoca romana. In epoca successiva vi fu eretta la Pieve di S. Maria, di cui si trova traccia in un documento del 650. Proseguendo per altri due chilometri troviamo, sulla sinistra, Casa Nuova Lisini, un bel complesso architettonico risalente al 1700, dove il torrione in muratura è espressione della parte più antica. Interessante la loggia formata da archi che si affaccia su un cortile. Riprendendo il percorso, si raggiunge rapidamente la strada asfaltata che porta in Maremma e, girando a sinistra, si arriva in breve a S.Angelo in Colle. Il Borgo, la cui esistenza e documentata dal 714, si trova sulla sommità di una collina. Nel 1208, S.Angelo in Colle compare fra l'elenco dei borghi dipendenti da Siena, che nel 1265 lo fortificò,trasformandolo così in castello di frontiera. Intorno al 1282 fu assegnato come feudo alla famiglia Salimbeni e nel 1339 divenne sede del secondo vicariato. All'ingresso del borgo troviamo un torrione, chiamato il "Cassero" ed utilizzato in passato come fortilizio militare. Questo torrione difensivo, nel XIV secolo faceva parte, insieme ad un tratto di mura, della grancia dello Spedale di S. Maria della Scala. La Grancia rappresentava un importante punto di sosta per la transumanza delle greggi verso la Maremma. Nell'ampia piazza Castello troviamo la pieve romanica di San Michele Arcangelo. Il portale d'ingresso, costruito con lo stesso travertino dell'Abbazia di S.Antimo, si trova sul lato destro dell'edificio. A lato della chiesa, si trova il palazzo Franceschi. Accanto, troviamo la Piazzetta del Pozzo dove, sul lato destro, c'è un sottopassaggio coperto e di fronte a questo il trecentesco palazzo Tolomei. L'edificio con due ingressi i cui portali recano lo stemma di famiglia. Proseguendo per via del Calcinaio troviamo, a destra, una delle porte d'accesso al borgo e la chiesa della Madonna con la facciata in pietra e il portale in laterizio. Inoltre, percorrendo la strada esterna fuori dalle mura, è possibile visitare l'antica chiesa di San Pietro. Da qui, tornando sulla strada provinciale si svolta a destra per tornare a Montealcino passando dal Passo del lume spento, punto più alto dell'intero Comune ilcinese.

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